Attraverso il “Welfare Contrattuale”, è possibile ottenere un risparmio sulle tasse ed avere dipendenti e amministratori più felici! Scopriamo di seguito la situazione attuale, quella normativa e un breve confronto tra “Sistema tradizionale” e “Welfare contrattuale”.

La premessa

Il passaggio dal modello famiglia patriarcale (non avremmo mai voluto adoperare questo aggettivo, ma è necessario, per comprendere il discorso) del dopo guerra all’odierno e più scarno concetto mononucleare, unitamente al calo demografico della popolazione e l’aumento esponenziale della spesa sanitaria, hanno inevitabilmente comportato, complice l’aumento dell’aspettativa di vita, un cambiamento del tessuto sociale e dei fabbisogni assistenziali di cui il legislatore oggi non può non tenere conto.

L'analisi

Il costante aumento dei costi nelle casse dello Stato in periodi di regressione come quelli che stiamo vivendo, comporta conseguenze di insostenibilità e ricadute che si riflettono negativamente sulla qualità dei servizi assistenziali alla persona, con una sostanziale aumento del disservizio su prestazioni sanitarie che non possono essere erogate in tempi ragionevoli se non in regime di urgenza (pronto soccorso).

La possibile soluzione

Per potere mantene nel futuro un sistema sostenibile di benessere della qualità della vita trova ampio spazio di applicazione il Welfare Contrattuale, cioè Il welfare aziendale, che è rappresentato dall’insieme di tutte quelle scelte conseguenti alla contrattazione collettiva o a opzioni volontarie delle singole aziende, volte a favorire il benessere dei lavoratori con aspetti fiscali e di qualità del prodotto vantaggiosi sia per l’Azienda che per il Dipendente.

Possiamo così brevemente riassumere i principali aspetti fiscali che concorrono a creare un ecosistema di prestazioni e servizi a favore non solo dei lavoratori subordinati (dipendenti) ma anche di quelli parasubordinato (Amministratori, CoCo, Co Co Pro). Tale regolamentazione è illustrata dall’articolo 51 (comma 1, 2 e 3).

Articolo 51, comma 1 del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR)

Costituiscono reddito di lavoro dipendente tutte le somme e i valori (intendendo con tale espressione la quantificazione dei beni e dei servizi) che il dipendente percepisce nel periodo d’imposta, a qualunque titolo, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro e, quindi, tutti quelli che siano in qualunque modo riconducibili al rapporto di lavoro, anche se non provenienti direttamente dal datore di lavoro / sostituto di imposta.

Articolo 51, comma 2, lettera A del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR)

Non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente:

  • i contributi previdenziali e assistenziali versati dal datore di lavoro o dal lavoratore in ottemperanza a disposizioni di legge;
  • i contributi di assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore ad enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, che operino negli ambiti di intervento stabiliti con il decreto del Ministro della salute di cui all’articolo 10, comma 1, lettera e-ter), per un importo non superiore complessivamente ad € 3.615,20.

Articolo 51 Comma 3 del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR)

Non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente:

  • il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al dipendente e/o relativi familiari
  • a carico se complessivamente di importo non superiore, nel periodo di imposta a € 258,23.

se il predetto valore, superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito.

Un esempio concreto con “Sistema tradizionale”

Un esempio della spesa fiscale per un  bonus economico  di € 1.000,00 con il “sistema tradizionale” su un reddito lordo lavoro Dipendente di € 28.000,00:

  • lato Dipendente ( cuneo fiscale del 23% + 12 % circa oneri contributivi diretti)
    Bonus di € 1.000,00 = netto € 650,00 in busta paga
  • lato Azienda ( oneri contributivi circa 31%) = costo lordo € 1.310,00

Partendo dai € 1.000,00di bonus  si può chiaramente constatare come circa il 50% del costo lordo venga tassato e quanto rimanga al netto in busta paga al lavoratore (€ 650,00).

Un esempio concreto con “Welfare Contrattuale”

Con l’impostazione “Welfare Contrattuale”, il bonus di € 1.000,00 come contributo di assistenza sanitaria non concorre a creare reddito, il lavoratore può usufruire al 100% di tale importo e delle prestazioni erogate, rimanendo solo a carico dell’azienda il 10% di onere contributivo, totale costo lordo Aziendale € 1.100,00.

I vantaggi del Welfare Contrattuale

Quali vantaggi concretamente ci sono del “Welfare Contrattuale” ?

Il grande vantaggio è quello della possibilità di usufruire con una parte della propria retribuzione non soggetta a tassazione,  di beni e servizi per se e per il proprio nucleo famigliare:

  • rimborso delle spese mediche, accertamenti e analisi in tempo rapido rispetto a tempi lunghi previsti dalla sanità pubblica (cassa malattia)
  • (finge benefits) erogazioni liberali da parte del datore di lavoro per acquisto di beni e servizi nell’ambito dell’educazione, dello sport, dei beni e dello svago: a titolo esemplificativo, buoni pasto, buoni della spesa, buoni per centri benessere, voucher per libri della scuola ecc, con importo massimo stabilito annualmente dalla legge di bilancio (per il 2024 € 1.000 per i single e di € 2.000 per le famiglie).

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Gli Enti del Terzo Settore e il registro dei volontari: obbligo di assicurazione

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